Durante una notte d’estate, Cartesio, ospite di un nobile suo estimatore, si rigira nel letto senza riuscire a chiudere occhio. Una mosca non gli dà pace ma il grande filosofo neutralizza la fastidiosissima intrusa colpendola in pieno con una ciabatta sul muro su cui si era posata. Il mattino dopo Cartesio racconterà la sua avventura all’amico con dovizia di particolari e lo porterà nella stanza dove gli indicherà il punto preciso in cui ha posto fine all’esistenza della povera sprovveduta. Il nobiluomo si troverà davanti ad una scena davvero inusuale. Cartesio, ad imperitura memoria, aveva tracciato sul muro un reticolo quadrettato: quanto restava della mosca era all’interno di uno dei quadretti, contrassegnato da una lettera e un numero. Inutile aggiungere che tale astuzia rappresenta un’altra delle magnifiche intuizioni del filosofo del “Cogito ergo sum”. Nota come Piano Cartesiano, fondamentale per localizzare e condividere la posizione di un punto/oggetto nello spazio, a tutt’oggi ha infinite applicazioni.